
Federico Monzino rompe il silenzio dopo il caso Bova: “Chiedo scusa, Rocío vittima di questa vicenda” – INTERVISTA
Le dichiarazioni a Novella 2000 di Federico Monzino
L’intervista del direttore di Novella 2000 Roberto Alessi all’imprenditore Federico Monzino dopo il caso Bova.
Le parole di Federico Monzino a Novella 2000
Federico Monzino, questa storia che è esplosa e che vede coinvolto un attore popolarissimo come Raoul Bova e una giovane modella, Martina Ceretti, potrebbe far sorridere come molte storie di tradimenti. Ma qui non c’è niente da sorridere purtroppo. Perché ci sono delle vittime indirette: prima di tutto le due bambine, le figlie di Raoul Bova, e la loro madre Rocío Muñoz Morales, una persona molto per bene. Non sapeva nulla e che ha appreso dai media, così dice lei, dalle parole dell’avvocato di Raoul, che la sua storia d’amore con Raoul era finita.
In breve Martina avrebbe condiviso con te gli audio (e qui non voglio ripetere il testo) e i messaggi che Bova le avrebbe mandato in cui si evinceva che tra loro c’era stata una storia.
Bova, e lo ha denunciato subito alla Polizia Postale prima che scoppiasse la notizia, dice di avere ricevuto dei messaggi nei quali in pratica si sottolineava che c’erano degli audio che provavano quella relazione. Che sarebbero stati pubblicati sul podcast Falsissimo da Fabrizio Corona . Ehe la persona che scriveva era in grado di bloccare l’uscita e in quel messaggio (ma pare ce ne siano stati diversi) si legge: “se mi vieni incontro blocchiamo tutto e rimane privato. Se vuoi essere così gentile, farmi un regalo…”.
Qualcuno ha attribuito questi messaggi a te. Il tuo avvocato, famoso penalista Sirio Serafinelli, dello studio legale Tomaino e De Zan di Milano, ha scritto: “Federico Monzino riferisce di non essere l’autore dei messaggi inviati a Raoul Bova. Inoltre Fabrizio Corona è l’unica persona a cui ha inoltrato le chat e gli audio in questione”. Confermi?
«Sì, confermo quello che ha dichiarato il mio avvocato. Io non ho mai scritto né inviato alcun messaggio a Raoul Bova, né ho mai cercato di contattarlo direttamente in nessun modo.
L’unica persona a cui ho inoltrato quei contenuti — che mi erano stati inviati da Martina con il suo consenso — è stato Fabrizio Corona.
«Tutto ciò che è accaduto dopo, la diffusione, le dinamiche, i titoli sui giornali non dipendono da me. Io ho avuto un ruolo iniziale. E ho già detto che è stato un errore. Ma non ho mai avuto alcuna intenzione di ledere Bova né la sua famiglia».
La più colpita di tutti in questa storia, proprio perché è assolutamente innocente, è l’ex compagna di Bova, l’attrice Rocio Munoz Morales. Cosa le diresti ora?
«Vorrei innanzitutto esprimere tutta la mia solidarietà e il mio rispetto per Rocío. È stata certamente la più colpita e che non aveva nulla a che vedere con questa vicenda. Capisco quanto possa essere stata ferita e quanto questa situazione abbia influito sulla sua vita privata e su quella dei suoi figli. Non era mia intenzione coinvolgere persone innocenti o causare loro dolore. A lei, e a tutta la sua famiglia, vorrei dire che mi dispiace sinceramente per quanto accaduto. Sto facendo il possibile per fare chiarezza e assumermi la responsabilità delle mie azioni. Perché situazioni del genere non si ripetano mai più».
Cosa ha detto Monzino
Intanto la Procura ha sequestrato gli smartphone di Martina Ceretti, di Monzino e di Corona per capire quali sono stati i vari passaggi. Tu continui a non essere indagato? O non lo sai di esserlo?
«Ad oggi, non mi è stato notificato alcun avviso di garanzia, né risulto indagato. Sono stato ascoltato come persona informata sui fatti. Il mio telefono è stato sequestrato — come quello di Martina e Fabrizio. Per consentire agli inquirenti di ricostruire esattamente il percorso dei contenuti. Ho fornito la massima collaborazione alla Procura fin da subito. Non ho nulla da nascondere, e rispetto profondamente il lavoro della magistratura».
Tu però hai ammesso di aver mandato dal tuo cellulare a Fabrizio Corona i messaggi, un audio e alcuni di testo, di Bova a Martina. “L’idea era quella di farla diventare famosa, cosa che lei desiderava“, hai detto. Ma lei smentisce decisamente e ha scritto sui social: «Ci tenevo a dire la verità – ha scritto già martedì 22 luglio – Non ho mai voluto che venisse pubblicato nulla. Quando Corona era a casa di Federico Monzino non ho mai fatto alcuna videochiamata in cui dicevo di far sentire l’audio». E ancora: «Non ho mai avuto a che fare con queste persone e mi dissocio da tutto ciò. Mi ha descritto come una ragazza che non sono, è molto facile giudicare una persona dalla copertina». Sembra che anche Martina sia una vittima.
«Sì, confermo di aver inviato a Fabrizio Corona alcuni messaggi e un audio che Martina mi aveva condiviso. Perché credevo — e le sue parole lo confermavano — che lei volesse una certa visibilità. La mia intenzione non era mai stata quella di danneggiare nessuno, ma piuttosto di assecondare un suo desiderio. Riconosco oggi che è stata una scelta ingenua e sbagliata, che ha avuto conseguenze più grandi di quanto immaginassi. Non c’era alcuna strategia dietro, solo l’idea, forse malriposta, di fare qualcosa di positivo per Martina».
Dici: “credevo che lei volesse una certa visibilità”. Al Corriere della Sera hai detto che è stata Martina, che invito fin da ora a dire la sua verità, ad averti autorizzato esplicitamente a girare i messaggi a Fabrizio. “Era con me quando abbiamo deciso di inoltrare tutto dal mio telefono. In quel momento Martina era perfettamente consapevole“. Ma, ripeto, lei dice il contrario. Tu eri innamorato. Credo che tu lo sia ancora, di Martina. Questo fatto può aver ottenebrato la tua capacità di giudizio?
«Martina mi ha autorizzato esplicitamente a inoltrare quei messaggi a Fabrizio Corona, e lo abbiamo fatto insieme, con la sua piena consapevolezza. Quando si prova qualcosa per una persona, si tende a vedere le cose con un filtro diverso. Certo, il desiderio di Martina di farsi conoscere ha influenzato le nostre scelte, e probabilmente questo ha offuscato la mia capacità di giudizio. Ma non voglio nascondermi dietro a questo: è stata una decisione che abbiamo preso insieme, e di cui oggi vedo le conseguenze. È un errore di cui mi assumo la responsabilità, perché quando ci sono i sentimenti di mezzo si possono fare scelte sbagliate, anche gravi. Quello che mi dispiace davvero è che tutto questo abbia ferito persone che non c’entravano, come la famiglia di Raoul Bova».
In pratica mi sembra talmente assurdo che un uomo con la tua cultura, la tua esperienza, con una famiglia incredibile alle spalle (quattro generazioni di imprenditori), un uomo consigliere in un’azienda importantissima che produce barche prestigiose, abbia potuto affidarsi a Fabrizio Corona proponendogli di pubblicare messaggi che per legge non si posso pubblicare.
«Capisco che possa sembrare assurdo, soprattutto considerando il contesto familiare e professionale in cui sono cresciuto. Ma nessuna esperienza o cultura può rendere immune dalle emozioni, specialmente quando si è coinvolti sentimentalmente con una persona. Ho commesso un errore di valutazione, dettato più dal cuore che dalla testa. È una lezione che sto imparando con grande umiltà. Riguardo a Fabrizio Corona, riconosco che è una figura controversa, e forse affidarmi a lui è stato un passo sbagliato. Dettato dalla situazione che si era creata. Oggi guardo a tutto questo con la consapevolezza che la vita privata e quella professionale devono restare separate. E che, certe scelte, possono avere conseguenze ben più grandi di quanto si immagini sul momento».
Già Fedez aveva ammesso di essere stato ingenuo con Corona quando aveva condiviso con lui i messaggi con una giovane stilista, scritti quando era ancora sposato con Chiara Ferragni. Anche allora quei messaggi erano stati pubblicati e Fedez ne era uscito a pezzi. Come hai potuto essere così ingenuo?
«Capisco il paragone e riconosco che in situazioni del genere è facile cadere in errori di valutazione. La verità è che quando sei coinvolto personalmente, soprattutto con dei sentimenti di mezzo, la lucidità può venir meno. Non pretendo di giustificarmi, ma ognuno affronta queste dinamiche in modo diverso. Io ho sbagliato, l’ho ammesso e sto cercando di imparare da questo errore».
Ripeto è stato, come penso, l’innamoramento verso Martina ad averti fatto perdere lucidità?
«Non parlerei propriamente di innamoramento, ma sicuramente provavo dei sentimenti forti verso Martina. Questi sentimenti mi hanno influenzato e, in parte, hanno offuscato la mia capacità di valutare con lucidità alcune scelte. Però sono consapevole degli errori commessi e sto cercando di imparare da questa esperienza».
Qualcuno ha pensato che sia stato tu a scrivere i messaggi che Bova ha ricevuto da un telefonino spagnolo. Hai qualche sospetto su chi possa averli scritti?
«Non ho alcun sospetto riguardo a questo. Come ho già detto, non ho mai scritto né inviato messaggi a Raoul Bova direttamente. E non sono a conoscenza di telefonini spagnoli o di altre modalità che possano coinvolgermi. Confido nel lavoro della magistratura per fare chiarezza su tutte le dinamiche».
Ho letto che Martina avrebbe riferito che tu saresti stato ingannato da Corona per inviarsi da solo le chat e la nota audio. Però tu hai sostenuto che Fabrizio è stato corretto. Non ti ha né costretto né ingannato e che Martina ha in pratica inventato questa storia per proteggerti. Anche lei è molto ingenua, però, come te, sembrerebbe volerti bene.
«Voglio essere molto chiaro: non ho mai subito alcun tipo di costrizione o inganno da parte di Fabrizio Corona. Ho sempre agito con piena consapevolezza, anche se posso aver commesso degli errori. Per quanto riguarda Martina, credo che il suo comportamento sia stato dettato da un desiderio di proteggermi. Forse anche a costo di raccontare una versione dei fatti non completamente aderente alla realtà. È evidente che sia stata una situazione complessa, in cui tutti noi abbiamo agito spinti dai sentimenti e, forse, dall’ingenuità. Il mio intento è sempre stato quello di fare chiarezza senza alimentare ulteriori polemiche».
A nessuno dei due è venuto in mente anche solo per un momento che questa storia sarebbe stata negativa per lei? Sarebbe passata per una “rovina-famiglia”, che non è, creando uno scandalo che avrebbe inevitabilmente compromesso la vita di due minori, due bambine, figlie di Bova e di Rocio. Avresti dovuto andare prima dall’avvocato Sirio Serafinelli: certe scorciatoie per diventare famosi (oltretutto tu già lo eri con 800 mila followers) sono proibite quanto dannose per tutti.
«Sono pienamente consapevole delle conseguenze che questa vicenda ha avuto, soprattutto per quanto riguarda i minori coinvolti, che meritano la massima tutela e rispetto. Martina aveva un desiderio di visibilità. Questo desiderio, unito alla complessità della situazione, ci ha portati a sottovalutare le possibili ripercussioni. Avrei dovuto essere più prudente e riflettere con maggiore attenzione sulle conseguenze delle nostre azioni. Sicuramente avrei dovuto consultare un avvocato prima di procedere con qualsiasi decisione. La mia intenzione non è mai stata quella di creare scandali o arrecare danno a nessuno. Tantomeno alle famiglie coinvolte. Ma riconosco che abbiamo sbagliato nel non prevedere l’impatto che tutto ciò avrebbe avuto. Oggi sono consapevole che certe scelte non solo sono proibite dalla legge, ma possono essere estremamente dannose per tutti i soggetti coinvolti».
In pratica io credo che alla fine tu sei stato vittima della tua ingenuità e dei tuoi sentimenti che non ti hanno portato a ragionare e pensare alle conseguenze di tutti. Martina ha detto che lei non centra nulla. E ripeto, e lo ha scritto in maniera chiarissima: «Non ho mai voluto che venisse pubblicato nulla». Dopo tutto quello che è successo ti senti ancora innamorato di Martina? La rivedrai quando lei lo vorrà ancora?
«Credo che l’ingenuità e i sentimenti abbiano sicuramente influenzato le mie scelte, portandomi a sottovalutare le conseguenze di quanto stava accadendo. Non nascondo che ho provato e forse provo ancora qualcosa per Martina. Ma oggi sono concentrato soprattutto a fare chiarezza e a mettere ordine nella mia vita. Per quanto riguarda un eventuale incontro futuro, lascio a lei la libertà di decidere se e quando vorrà vedermi. In questo momento, penso sia importante rispettare i tempi di tutti».
A cura di Roberto Alessi.