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Filippo Magnini: ‘In La resistenza dell’acqua racconto i miei alti e bassi’

Niccolo Maggesi | 1 Maggio 2020

Intervista al campione di nuoto Filippo Magnini, tra matrimonio, assoluzione dalle accuse di doping e l’uscita del libro La resistenza […]

Intervista al campione di nuoto Filippo Magnini, tra matrimonio, assoluzione dalle accuse di doping e l’uscita del libro La resistenza dell’acqua.

Periodo più che roseo per Filippo Magnini, ex campione di nuoto che nel 2017, poco prima di annunciare il ritiro, subì la disarmante accusa di doping. Magnini ha sempre difeso strenuamente la propria innocenza, e nonostante un processo e l’appello gli avessero dato torto, alla fine il Tas di Losanna gli ha dato ragione. Non solo, perché ha cancellato tutte le imputazioni a suo carico. E mentre gli affetti intorno a lui esultavano per la vittoria (non meno sofferta d’una delle sue medaglie d’oro), lui si sentiva finalmente sollevato. Nel frattempo pensava alle nozze con la bellissima Giorgia Palmas, e non ultimo alla prima pubblicazione. La resistenza dell’acqua è il titolo del libro scritto da Filippo Magnini (con Paolo Madron) in uscita a maggio.

Di cosa parla? È lui a raccontarlo alla nostra Gisella Desiderato sulle pagine del numero di Novella 2000 in edicola da mercoledì scorso. Si tratta della rievocazione di successi e sconfitte, non solo professionali ma anche private.

“dietro la carriera di un campione, la vita di un atleta, ci sono tanti alti e bassi. Non ci sono solo gli ori e le vittorie, ci sono anche molti momenti di difficoltà e sconforto, momenti in cui pensi di non farcela e vuoi mollare. Poi invece ce la fai, resisti e combatti. E se hai talento vinci.

Ecco: in questi tre anni in cui sono stato accusato di cose impensabili, sono riuscito a resistere perché lo sport, il nuoto, mi ha insegnato a resistere”.

E il momento dell’assoluzione lo racconta così:

È stato come vincere l’ennesimo mondiale, anzi forse qualcosa di più. A comunicarmi l’assoluzione definitiva è stato l’avvocato, per telefono.

Accanto a me c’era Giorgia che ho abbracciato. Pensavo che avrei urlato di gioia, invece no, ho solo tirato un sospiro di liberazione. Poi a urlare al posto mio è stata mia madre”.

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