Il lato oscuro dei social: riflessioni sul pubblico ludibrio
Di Roberto Alessi Il significato di ludibrio e il peso dei social «Ludibrio [dal latino ludibrium, derivato di ludere «schernire,…
Di Roberto Alessi
Il significato di ludibrio e il peso dei social
«Ludibrio [dal latino ludibrium, derivato di ludere «schernire, farsi beffe»]. –Scherno, derisione grave e oltraggiosa: esporre al pubblico ludibrio; mettere in ludibrio, prendersi o farsi ludibrio di qualcuno, farsene beffe». Così lo spiega la Treccani. Siamo in pratica all’inizio dell’anno e questi sono giorni in cui tutti noi pensiamo a quello che dovremmo fare ed essere nel 2026. È il momento dei buoni propositi, ma purtroppo vedo sempre più spesso che il pubblico ludibrio, grazie ai social che hanno dato parola anche chi parola non poteva avere, è diventato uno sport nazionale ormai molto pericoloso.
Il caso Corona contro Signorini
Ne è la dimostrazione il caso di cui tutti parlano da settimane: le rivelazioni fatte da Fabrizio Corona nel suo canale Falsissimo (un successo pazzesco «seguito tre milioni su Youtube, sei milioni tra Instagram e Tik Tok», dice Corona) contro Alfonso Signorini (che ha querelato per revenge porn), con cui ho lavorato a Chi quando ne ero vicedirettore e lui inviato. A parte le considerazioni sul caso, espresse molto bene da Selvaggia Lucarelli (la quale però non va mai troppo per il sottile quanto affronta un caso) nella sua newsletter Vale tutto, il pubblico ludibrio in generale è diventato ormai virale e spietato.
Le tragiche conseguenze del bullismo online
E purtroppo si arriva anche a casi estremi: parlo del ragazzo dei pantaloni rosa, che ha dato vita anche a un film, dove si racconta la storia realmente accaduta di Andrea Spezzacatena, vittima del bullismo via social (nessun condannato, nessun pentimento dei responsabili, tutto archiviato) e suicida a 15 anni perché non ce l’ha fatta a sopportare ingiurie di persona e sul Web. Parlo di Tiziana Cantone, una donna che nel 2016, a 33 anni, si suicidò dopo la diffusione in Rete di alcuni suoi video privati. Per la mia educazione cristiana io difendo gli svergognati. Mi ricordo il mio disagio quando ho visto davanti all’Hotel Raphael di Roma quelli che fino a ieri erano inginocchiati davanti al suo potere, lanciare le monetine a Bettino Craxi ai tempi di Tangentopoli.
Errori giudiziari e pietre mediatiche
Ricordo i colpevolisti che erano felici quando incarcerarono Vincenzo Muccioli, accusato di usare metodi violenti contro i ricoverati di San Patrignano e che ha subito due processi (uno assolto, l’altro condannato, anche se poi ammisero che fu un errore giudiziario poco prima che morisse), eppure erano i numeri a parlare per lui: migliaia di ragazzi drogati salvati da morte sicura. Alessandro Cecchi Paone, a Mattino 5, ha sottolineato che le parole sono pietre e si riferiva all’Iman Mohamed Shahin che aveva detto di essere “d’accordo” con quanto successo il 7 ottobre del 2023 e che la strage compiuta dai miliziani di Hamas in Israele, in cui furono uccise circa 1.200 persone e altre 250 furono rapite, “non è una violenza”. Quella “non violenza” scatenò la vendetta di Benjamin Netanyahu, premier israeliano, con circa 70mila vittime nella striscia di Gaza, tra cui centinaia di bambini innocenti.
Il fango sui personaggi famosi
Sì, le parole sono pietre e bisogna stare attenti a usarle così come bisogna stare attenti a usare certe rivelazioni. Non voglio assolutamente entrare nella recente faccenda, anche se a volte mi domando fino a che punto si possa parlare di corruzione o di adescamento e se ci fossero stati davvero molestie e reati, quelli si denunciano ai Carabinieri, alla Polizia, non da Fabrizio Corona. Recentemente su questo fronte di vittime ce ne sono state tante, da Chiara Ferragni, che da regina dei social è stata trasformata dal pubblico ludibrio in persona senza scrupoli che pur di fare soldi ha approfittato anche della beneficenza: anche se è palese che abbia fatto degli errori, è anche ridicolo pensare che abbia pensato di truffare il suo pubblico. Penso a Raoul Bova, forse il più amato delle fiction: ha pagato il prezzo del successo dopo la faccenda degli “occhi spaccanti“, audio indirizzati a un’amante occasionale incauta, audio poi arrivati proprio a Corona, che il suo lavoro lo sa fare molto, ma molto bene anche se non piace a tutti.
L’odio sociale e l’invito alla misericordia
Il fatto è che molti soffrono di odio sociale: un odio, fatto di aggressività verso individui o gruppi basato su genere, etnia, religione, orientamento sessuale o ideologia. Ma in tempi di social spesso quell’odio è indirizzato anche alle persone di grande successo, che hanno fama e denaro. E così capita che se qualcuno riesce a infrangere quegli idoli ci saranno altri che sono pronti ad applaudire e a riprendere i cocci del mito e trasformarli in meme, battute sui social, articoli, giudizi, insulti. Ed ecco il pubblico ludibrio. “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra“. Lo dice Gesù nel Vangelo secondo Giovanni. È un invito alla misericordia, all’umiltà, all’esame di coscienza: mette in discussione il diritto di giudicare e condannare gli altri. Sicuramente non tutti si sono macchiati di peccati gravi, sicuramente molti di quelli che giudicano sui social se fossero giudicati ne uscirebbero più che assolti. Ma è certo che la misericordia, la compassione non sono un peccato. Pensiamoci. Buon anno e speriamo nel 2026 di essere migliori, a partire da me.