Klaus Davi, impegnato nella lotta contro l’antisemitismo, sulla strage di Bondi Beach: «Purtroppo era ampiamente prevedibile»
Dopo la notizia di questa strage spaventosa contro l’evento della comunità ebraica di Sydney, abbiamo raggiunto telefonicamente Klaus Davi, il…
Dopo la notizia di questa strage spaventosa contro l’evento della comunità ebraica di Sydney, abbiamo raggiunto telefonicamente Klaus Davi, il giornalista che da tanti anni è impegnato sul fronte dell’anti-semitismo, impegno che gli è costato diverse minacce, anche di morte, da parte di integralisti islamici.
Klaus Davi: le parole sulla strage
«Purtroppo, è stato un evento che nessuno avrebbe mai voluto succedesse, ma era ampiamente prevedibile. In Australia, perché c’erano state molte avvisaglie, sinagoghe bruciate, persone inseguite per strada, attentati a ristoranti ebraici, ma purtroppo è indicativo di un clima d’odio alimentato anche da una parte politica che non ha voluto comunque fare i conti con il 7 ottobre, con la strage del 7 ottobre, di quello che ha causato la rimossa e l’ha ignorata. L’auspicio è che questa cosa non si ripeta in Italia e in Europa, noi abbiamo forze dell’ordine dell’intelligenza eccezionale, ma comunque gli eventi della comunità sono tanti e quindi non è facile, bisogna agire a livello giudiziario, a livello di prevenzione, ma anche a livello culturale, quindi l’appello è a tutte le forze politiche di responsabilizzarsi sul tema dell’antisemitismo».
L’attentato
Domenica 14 dicembre, alle 18:45 ora locale, la celebrazione della Chanukkah organizzata sulla spiaggia di Bondi Beach si è trasformata in un incubo. Circa mille persone erano riunite per la festa quando due uomini armati, vestiti di nero, hanno aperto il fuoco da una passerella che conduce alla spiaggia. Le autorità australiane hanno definito l’episodio un attacco terroristico contro la comunità ebraica. Gli autori dell’attacco sono padre e figlio. Il padre, 50 anni e il figlio, 24 anni, identificato come Naveed Akram, è attualmente ricoverato in condizioni critiche ma stabili, sotto custodia della polizia.