Tra note taglienti e velluti rossi, il tradizionale rito meneghino si conferma un’eccellente miscela di alta cultura e glamour mondano

La sera del sette dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, il Teatro alla Scala di Milano ha riacceso le sue luci per il solenne appuntamento con la Prima, regalando alla città un’edizione memorabile che resterà a lungo nei ricordi degli appassionati e non solo. Undici lunghissimi minuti di applausi a scena aperta hanno sancito il trionfo assoluto di “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Dmitri Šostakovič. Un’opera potente e controversa che mancava dal palcoscenico scaligero da ben novantadue anni, offrendo al pubblico un’emozione intensissima.

L’ovazione per Riccardo Chailly

La vera ovazione della serata, quasi un ruggito liberatorio, è stata riservata al Maestro Riccardo Chailly, direttore musicale della Scala e grande artefice di questa riscoperta, che ha saputo restituire alla partitura russa tutta la sua brutale bellezza e la sua feroce modernità. Il pubblico milanese, notoriamente esigente, ha riconosciuto il genio dietro la bacchetta, tributando a Chailly un’accoglienza calorosissima che ha commosso persino i critici più navigati.

La regia di Dmitrij Barkhatov

Non da meno, l’allestimento firmato dal regista lettone Dmitrij Barkhatov che ha saputo imporsi con una visione cupa e disperata e una scenografia imponente. Pur con qualche mugugno iniziale da parte dei puristi più intransigenti, il lavoro di Barkhatov ha incassato applausi calorosi al momento dell’inchino finale. Segno che l’audacia della sua lettura, capace di attualizzare il dramma di Katerina Izmajlova, è stata compresa e apprezzata dalla maggioranza dei presenti.

Da Achille Lauro a Pierfrancesco Favino

Come da tradizione inossidabile, il foyer del Piermarini si è trasformato in un scintillante red carpet della mondanità italiana. Un affascinante intreccio di politica, industria, e soprattutto, dello star system più chiacchierato del momento. La celebre parata di vip ha offerto uno spettacolo nello spettacolo. L’ingresso della Scala è diventato una vera e propria passerella di costume e tendenze attuali, con fotografi e telecamere in visibilio per ogni arrivo eccellente.

I riflettori erano puntati in particolare sulla scena musicale e cinematografica, con la presenza eccentrica e attesa di Achille Lauro, il cui look ha come sempre catalizzato l’attenzione, e l’eleganza sobria di Mahmood, icone pop che ormai non mancano mai all’appuntamento scaligero. A rappresentare il grande schermo, l’attore Pierfrancesco Favino ha confermato il suo status di divo amato dal pubblico e dalla critica, mentre l’ironia raffinata del comico Giacomo Poretti ha aggiunto una nota di leggerezza all’austero contesto. 

Dario Lessa