Una clamorosa verità dal palco della kermesse di Fratelli d’Italia: l’attore Raoul Bova ha rotto il silenzio sul controverso audio privato rubato, lanciando un’accusa diretta al mondo digitale e alla sua spietata voracità

L’atteso intervento di Raoul Bova ad Atreju ha acceso i riflettori sul delicatissimo tema dell’odio social e della web reputation, trasformando il convegno in un confessionale a cuore aperto dove l’attore ha esposto tutta la sua fragilità; un’occasione per riflettere sulla dilagante superficialità della rete che divora e trasforma ogni pettegolezzo in notizia, spesso ignorando le conseguenze reali sulle persone coinvolte. L’icona del cinema italiano ha infatti ripercorso senza filtri la dolorosa vicenda dell’audio diffuso illegalmente durante l’estate, ammettendo di essersi sentito “ucciso pubblicamente” dal meccanismo perverso della viralità non richiesta, un fenomeno che rende l’imbarazzo altrui un passatempo nazionale. Bova ha rivelato di avere subito giorni di ricatti, rifiutando categoricamente di cedere alla richiesta di denaro avanzata da chi deteneva gli audio privati, un gesto che, a suo dire, gli ha innescato una vera e propria esecuzione mediatica senza precedenti.

Sul palco, insieme all’attore, la responsabile della segreteria politica di FdI Arianna Meloni. “Mi pento dei miei errori”, esordisce. E affonda: “Una persona singola, che aveva degli audio privati e delle chat, ha pensato di usarli a scopo di lucro. Sono stati giorni di ricatto, ma io non potevo cedere e non l’ho accettato”. La platea di FdI applaude. E lui prosegue: “Ho pagato con l’uccisione pubblica il fatto di non aver accettato un ricatto”. “Mi sono sentito solo“, confessa.

“Occhi spaccanti”

“Quello che ha pagato sono stato io. Ho pagato con l’uccisione pubblica, con una persona che mi ha sbeffeggiato e ridicolizzato”. Così Raoul Bova durante il panel di Atreju “Non con la mia faccia. Deep fake, web reputation e odio social”. “Tutti sapevano di questa parola ‘Occhi spaccanti’ – ha aggiunto – andata più in voga della guerra, delle persone che vengono uccise, delle donne, dei femminicidi, di qualsiasi altra cosa. Questo è successo durante l’estate che mi ha ucciso”. L’attore ha raccontato di essersi sentito “molto solo, non c’è stata una reazione” quell’audio “andava bloccato in partenza perché era già stato denunciato. Nessuno ha alzato la mano per dire ‘Sì, blocchiamolo'”. Sul palco con l’attore Arianna Meloni, responsabile segreteria FdI: “Coraggioso, grazie”.

Dario Lessa