Orecchie a Sventola Novella 2000 n. 17 2020 Alessandro Gualdi

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Riparare alle orecchie a sventola si può: il parere dell’esperto

Redazione | 17 Aprile 2020

Per la rubrica ‘Belle da Vicino’, l’esperto di chirurgia Alessandro Gualdi ci parla delle orecchie a sventola: rimediare si può. […]

Per la rubrica ‘Belle da Vicino’, l’esperto di chirurgia Alessandro Gualdi ci parla delle orecchie a sventola: rimediare si può.

Fin dai banchi di scuola le orecchie a sventola sono oggetto di derisione, se non addirittura di scherno. Certo il problema dovrebbe essere di chi offende, ma, guardiamoci in faccia, non è mai piacevole essere deriso. Ci vogliono grande personalità e serenità con se stessi e il proprio aspetto, tutte cose che un giovane, se non un ragazzino non ha.

E non sempre, crescendo, si supera il problema: ci sono donne bellissime (ma anche uomini) che vivono le loro orecchie troppo aperte come un complesso, adottano pettinature che non donano al volto pur di nasconderle. Non possono raccogliersi i capelli come vorrebbero, anche solo un colpo di vento scopre i padiglioni e crea disagio.

Perfino Alba Parietti, che certo non manca di fascino né di carattere, si operò di orecchie a sventola da ragazzina. Forte della sua bellezza (ce ne sono tante) e della sua intelligenza (merce più rara) è diventata poi un personaggio nazionale. Probabilmente lo sarebbe diventata comunque, ma potendo correggere un’imperfezione tanto semplice da “sistemare”, perché non approfittarne?

Otoplastica: quando si può intervenire

L’intervento di otoplastica, così si chiama tecnicamente, non consente di diminuire la grandezza dei padiglioni, ma solo di renderli meno evidenti nella loro proiezione. L’effetto, tra l’altro, è che dopo l’operazione le orecchie sembreranno più naturali, più armoniche.

Preparazione all’intervento di otoplastica
I farmaci contenenti acido acetilsalicilico (es: Alka Seltzer, Ascriptin, Aspirina, Cemerit, Vivin C, eccetera) non devono essere presi per 2 settimane prima dell’intervento di chirurgia estetica-plastica delle orecchie.

Gli esami
Sono richiesti quelli riguardanti la coagulazione del sangue.

Anestesia, intervento e post intervento
Se la correzione delle orecchie a sventola avviene verso i 6 anni, l’intervento deve essere condotto in anestesia generale e con ricovero di una notte. Se invece l’operazione di otoplastica è rimandata fino all’età di 11-12 anni è possibile l’anestesia locale senza ricovero.

Le cicatrici
L’incisione chirurgica e la conseguente cicatrice rimangono nella superficie posteriore dell’orecchio.

Operazione orecchie a sventola: prima e dopo l’intervento

In che cosa consiste l’intervento
L’avvicinamento del padiglione al capo è ottenuto modellando la cartilagine, che è mantenuta nella posizione voluta con alcuni punti non riassorbibili. Dopo la sutura della cute si applica un bendaggio modicamente compressivo che è mantenuto per 7 giorni, allo scopo di diminuire l’edema e l’ematoma.

La terapia dopo l’intervento
La terapia antibiotica prosegue per 5 giorni dopo l’intervento di otoplastica.

Ritorno al sociale
Per gli eventuali modesti dolori durante la prima notte si prescrive un blando analgesico. Il primo controllo è eseguito il giorno successivo all’intervento. Il successivo, dopo sei giorni per la rimozione dei punti e del bendaggio.

Il paziente dopo l’intervento non dovrà dormire sul fianco, per non gravare sui padiglioni operati, ma supino con il capo leggermente elevato. Nelle due settimane successive, solo durante la notte, il paziente deve portare una contenzione per evitare posizioni non corrette. L’orecchio potrà tendere a gonfiarsi leggermente (edema) e potranno comparire dei lividi (ecchimosi), che si risolvono di solito entro un paio di settimane.

Intervento alternativo

L’alternativa mini invasiva
Earfold è l’alternativa all’otoplastica più tradizionale, che applico da tre anni. Rappresenta una soluzione di grande valore per i pazienti, che riduce al minimo l’intervento con un approccio mini-invasivo, molto veloce e non doloroso. Particolarmente indicato per i bambini, dunque.

In pochi minuti, tramite due microscopiche incisioni, si inserisce in ciascun orecchio un inserto in lega metallica (Nitinolo, titanio + nickel, sino a oggi utilizzato in medicina negli stent coronarici, placcato in oro a 24 carati e invisibile sottopelle). In pratica è come una protesi da applicare, che nel tempo porta il padiglione auricolare nella sua giusta posizione.

Il risultato è immediatamente visibile, senza lividi o medicazioni apparenti post-intervento. Le due microscopiche incisioni guariscono in pochissimi giorni.

a cura di Alessandro Gualdi