Sorrida Prego Novella 2000 n. 27 2020

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Sorrida Prego di Emanuele Puzzilli: tecnologie odontoiatriche

Redazione | 24 Giugno 2020

Quali sono le ultime e più importanti tecnologie applicate all’odontoiatria? Ce lo dice il dottor Emanuele Puzzilli, spiegandoci anche a […]

Quali sono le ultime e più importanti tecnologie applicate all’odontoiatria? Ce lo dice il dottor Emanuele Puzzilli, spiegandoci anche a cosa servano.

Il passato è la fonte della nostra conoscenza, il futuro l’orizzonte che ci aiuta ad arricchirla. In questa frase c’è un po’ la sintesi di come intendo io la professione di dentista. Non amo stare fermo. Per inclinazione personale devo sempre guardare avanti, migliorare quello che faccio, innovare. Ecco perché sono appassionato delle nuove tecnologie e delle possibilità che aprono, anche nel lavoro.

Negli ultimi quindici anni, negli studi odontoiatrici la tecnologia ha fatto veri miracoli. Sono state introdotte tecniche sofisticate, nuovi macchinari, materiali d’avanguardia. I più diffusi sono lo scanner per le impronte dentali digitali, che io utilizzo già da tempo, oppure i fresatori e le stampanti 3D. Poi ci sono i laser diagnostici, la radiologia digitale e le telecamere intraorali. Tutte novità che hanno un denominatore comune: migliorano l’efficacia dell’intervento e soprattutto la qualità della vita dei pazienti.

Uno scanner per fotografare la bocca

In questo senso, lo scanner per le impronte è un esempio perfetto. I pazienti lo adorano, perché ha permesso di eliminare una pratica molto fastidiosa: quella dei calchi dentali presi con l’uso della pasta morbida.

Sono pronto a scommettere che anche molti di voi odiano questa tecnica. Perché è molto invasiva e provoca quasi sempre senso di soffocamento, di nausea e un riflesso involontario di rigurgito. Ho avuto pazienti per i quali prendere l’impronta era la principale ragione di panico, più del rumore del trapano. Per non parlare dei bambini.

Con lo scanner, invece, tutto è rapido e indolore. L’impronta digitale che si ottiene è precisa e affidabile, tanto da consentire un passo in più, prima impensabile. Elaborare cioè in tempo reale una proiezione del lavoro finito in 3D.

In pratica, il paziente può vedere come sarà il suo sorriso. Lo scanner può essere utilizzato per gli interventi più disparati come apparecchi invisibili, faccette dentali o restauri in ceramica integrale.

Fresatori e stampanti 3D per creare sorrisi nuovi

I dati raccolti ed elaborati grazie allo scanner possono poi essere sfruttati anche dai fresatori digitali e dalle stampanti 3D, altre due innovazioni che hanno cambiato la vita di noi dentisti.

L’utilizzo di entrambi è simile, servono cioè per “costruire”, tra le altre cose, modelli ad alta precisione di corone e ponti, bite o protesi dentali.

La differenza, semplificando molto, sta nel tipo di tecnologia adottata. I fresatori procedono infatti per tecnologia sottrattiva, ovvero modellano un blocco solido togliendo materiale. Un po’ come fanno gli scultori con il marmo. Le stampanti 3D, invece, funzionano con il metodo additivo, quindi assemblano piccole porzioni di materiale fino ad ottenere la forma desiderata.

Tutt’e due le soluzioni sono in grado di rivoluzionare il lavoro odontoiatrico, fino a far diventare reale quello che dico sempre ai miei pazienti: il sorriso perfetto possiamo costruirlo insieme.

a cura di Emanuele Puzzilli