Mario Marchetti Italfarmacia

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Italfarmacia: Mario Marchetti si racconta a Novella 2000 (INTERVISTA)

Redazione | 16 Luglio 2020

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Il patròn di Italfarmacia, il professor Mario Marchetti, sul successo dell’azienda e i vantaggi di affidarsi ai suoi prodotti di […]

Il patròn di Italfarmacia, il professor Mario Marchetti, sul successo dell’azienda e i vantaggi di affidarsi ai suoi prodotti di dimagrimento ed estetica.

Erano i primi anni Novanta quando nasceva Italfarmacia, azienda italiana leader nella produzione di presidi medici, integratori alimentari e cosmetici. Oggi è il titolare, il Professor Mario Marchetti, farmacista e biologo, a raccontarci lo sviluppo e l’evoluzione di Italfarmacia nel corso di trent’anni:

“La storia di Italfarmacia, per certi aspetti, è la mia storia e in essa confluiscono le mie passioni, i miei interessi, le mie esperienze e conoscenze professionali. Insomma la sento come parte di me”.

Vediamo, allora, come inizia quest’avventura.

“Tutto comincia con la mia decisione di iscrivermi alla facoltà di Farmacia”.

Perché questa scelta?

“Per amore… Mi spiego. All’ultimo anno della scuola superiore mi sono trasferito dall’Umbria a Roma, e l’impatto con la grande città è stato drammatico. Poi, a una festa, ho conosciuto una ragazza che, come me, frequentava l’ultimo anno di liceo. Me ne innamorai. Lei scelse di frequentare Farmacia e io la seguii e mi iscrissi alla stessa facoltà. In seguito ci siamo sposati e abbiamo avuto due splendidi figli. Lei ha sempre fatto la farmacista, invece io, mentre frequentavo l’Università, ho iniziato a lavorare in una grande azienda farmaceutica.

Ho svolto vari incarichi, anche di tipo dirigenziale. Per me è stata un’esperienza preziosa, perché mi ha permesso di conoscere il mondo del farmaco. Dalla sperimentazione, alla realizzazione, all’immissione in commercio. Dopo essermi laureato ho conseguito due specializzazioni, in Programmazione e organizzazione dei servizi socio-sanitari, e in Informazione scientifica: una formazione da manager della sanità”.

La genesi di Italfarmacia

Com’è continuata la sua attività lavorativa?

“Avevo il desiderio di esercitare la professione di farmacista, e così ho iniziato a svolgere la mia nuova attività. È stata ed è un’esperienza bellissima che mi ha messo in contatto con i cittadini e i loro bisogni. Il mio principio ispiratore è che non basta curare, ma anche prendersi cura. In anticipo rispetto ai tempi, ho cercato di rendere la farmacia un centro di servizi. E arriviamo finalmente alla nascita di Italfarmacia!”.

Come è nata Italfarmacia?

“In me è sempre stata forte la passione per la ricerca e il desiderio di realizzare prodotti di elevata qualità. Prodotti in grado di rispondere in modo efficace alle esigenze di salute e benessere. È nata così Italfarmacia. Innanzitutto ho riunito un team di eccellenza che comprendeva competenze diverse per la sperimentazione e realizzazione di integratori e presidi medici.

Nel lontano 1992, io e gli altri membri del team ci siamo avvicinati al mondo della dietologia sull’input delle teorie del professor George Blackburn dell’Università di Harvard. La sua intuizione è stata quella di mandare il paziente in chetosi (che si verifica quando l’organismo, per far fronte ai propri bisogni energetici, esauriti gli zuccheri brucia i grassi, ndr) per ottenerne il dimagrimento. All’inizio non ebbe successo, ma la sua teoria si è rivelata vincente.

Noi, riprendendo questa idea, dopo una serie di sperimentazioni presso l’ospedale di Avellino, con cui si sono confermate le nostre ipotesi, abbiamo messo a punto un protocollo per l’Europa sconvolgendo il mondo della nutrizione”.

Il “miracolo” di Amin 21 K

È stato un successo rapido?

“Magari! La scienza ufficiale ci ha contrastato in tutti i modi. Non ci facevano parlare ai congressi perché la chetosi veniva considerata una patologia. Abbiamo vissuto quindici anni difficili. Inoltre, in quel periodo, anche se il problema del sovrappeso e dell’obesità stava diventando un’epidemia, non era al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica come adesso. Per mettere a punto l’integratore Amin 21 K, che è essenziale affinché avvenga la chetosi, abbiamo seguito ottocento pazienti. Solo dopo molti anni, anche le Università hanno iniziato a interessarsi a questo trattamento e da allora il mondo è cambiato.

La possibilità di ricerca dei laboratori universitari ha permesso di chiarire meglio i meccanismi di funzionamento della chetosi. Sebbene al nostro gruppo di ricerca nessuno abbia dato atto del lavoro pionieristico svolto, sono fiero di aver contribuito a diffondere in Italia un protocollo di dimagrimento sicuro e con alta percentuale di successo, se seguito correttamente.

È un metodo che consente di raggiungere risultati importanti sotto il profilo estetico, perché permette di smaltire le adiposità localizzate e, soprattutto, è importante per la salute. Basta pensare ai danni provocati dall’infiammazione e dalla sindrome metabolica, causate dal sovrappeso e dall’obesità!”.

Ultimamente le diete chetogeniche vanno molto di moda: essendone un pioniere, è felice del fatto che siano diventate una consuetudine per perdere peso?

“Sì, certamente, proprio perché è stata una mia scoperta, anche se il trattamento chetogenico è troppo complicato per essere affrontato con il fai-da-te. Innanzitutto esistono criteri di esclusione legali e clinici, per fortuna pochissimi. Inoltre, il paziente deve fare le analisi ed essere seguito nel suo percorso da un medico o da un nutrizionista che conosca la sua storia clinica. La dieta è un corretto stile di vita. Il nostro è un trattamento medico che va seguito non per lunghi periodi, ma a cicli. Spesso ne basta uno, ma se necessario può essere ripetuto fino al raggiungimento del peso desiderato. Si deve successivamente seguire il trattamento di mantenimento, per non riprendere i chili persi”.

Dopo i primi successi

Com’è proseguita la sua attività imprenditoriale?

“In realtà, più che un imprenditore mi sono sempre sentito un ricercatore. Italfarmacia collabora con varie Università e ha una serie di prodotti brevettati. Il fatto che si vendano e dunque che abbiano successo fa piacere, ma è trovare l’idea vincente e concretizzarla che mi esalta dal punto di vista professionale. Ancora oggi mi sento molto più a mio agio in laboratorio che alla scrivania da titolare d’azienda.

Contemporaneamente alla nutrizione, l’azienda si è specializzata nella produzione di integratori, sempre coniugando ricerca, innovazione e qualità delle materie prime. Per esempio Biocult, il nostro integratore di probiotici, è nato da studi e sperimentazioni svolti in laboratori dell’Università sul microbiota e la sua influenza sulla salute umana. Una scoperta veramente rivoluzionaria. Mi sono poi avvicinato alla medicina estetica.

Sembra banale dirlo, ma la medicina estetica è medicina a tutti gli effetti, e anche le pazienti e i pazienti dovrebbero imparare a essere esigenti riguardo ai professionisti ai quali rivolgersi e ai prodotti usati. Oggi l’azienda produce tra l’altro filler di acido ialuronico, fiale per la biostimolazione e la bioristrutturazione (le famose punturine per mantenere giovane la pelle).

Certo la concorrenza, a livello nazionale e internazionale, è fortissima. Ma è anche uno stimolo a fare sempre meglio e cercare le soluzioni più innovative. Dopo anni di lavoro e studio abbiamo acquisito una buona conoscenza della materia, e i nostri prodotti sono molto apprezzati.

Sono fiero di guidare un’azienda totalmente italiana che riesce a esportare in 31 paesi nel mondo, anche in questa fase di crisi planetaria. Vengo tacciato di una lentezza biblica, ma sento molto forte la responsabilità di non tradire mai la fiducia di chi si rivolge a Italfarmacia. Per me non è nemmeno pensabile mettere a rischio la professionalità per la fretta di avere risultati”.

L’esperienza con l’insegnamento

E poi c’è la docenza universitaria.

“L’ho detto più volte: la ricerca è la mia vera passione. I miei due insegnamenti, sul trattamento chetogenico e sui nuovi dispositivi in medicina estetica presso l’Università di Tor Vergata, mi permettono di entrare in contatto con i giovani, quindi con il futuro. Per me è un’esperienza veramente preziosa e consiglio sempre ai giovani di studiare, studiare e studiare. Prima o poi arriva sempre una risposta al nostro impegno”.

Saranno i suoi figli a raccogliere la sua eredità lavorativa?

“Sono entrambi farmacisti, ma entrambi hanno conseguito un’altra laurea. Il maggiore, Marco, ha lavorato nella farmacia di sua madre, poi si è avvicinato a Italfarmacia e ha fatto esperienza in azienda, appassionandosi alla dietologia e, molto rapidamente, ha conseguito una seconda laurea in Scienze Biologiche. Oggi è un ricercatore universitario con ottimi risultati.

Il più piccolo, Massimiliano, dopo la laurea è venuto a lavorare con me, poi si è iscritto a Medicina. Si è laureato e successivamente specializzato in Chirurgia Generale. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze Chirurgiche, ed esercita la sua professione in Umbria dove vive nella casa dei nonni paterni continuando la tradizione di famiglia, ossia occupandosi di agricoltura e producendo olii e vini di eccellenza. Quindi in azienda sono solo.

Io sono orgoglioso del percorso professionale di entrambi i miei figli e, come tutti i genitori, desidero esclusivamente la loro felicità. Però mi auguro che, prima o poi, vorranno mettere le loro conoscenze e competenze al servizio dell’azienda. Confido dunque che, a ereditare l’azienda e la mia passione, saranno loro. Altrimenti i nipoti, che ancora non ho. Spero che i miei figli, che finora mi hanno dato tante soddisfazioni, mi diano anche questa!”.