Aboca - Novella 2000 n° 32

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Aboca – “Un corpo nuovo si costruisce a tavola”: parola dell’esperto Pier Luigi Rossi

Redazione | 28 Luglio 2021

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Nel volume edito da Aboca lo specialista in Scienza della Alimentazione e in Igiene e Medicina Preventiva, oltre che docente universitario, ci insegna a conoscerci meglio

Il libro del professor Pier Luigi Rossi

«Un corpo nuovo si costruisce a tavola». Parola del professor Pier Luigi Rossi, autore del libro Un corpo nuovo, edito da Aboca Edizioni, la casa editrice nata nel 2012 con l’intento di portare attenzione sui temi che da oltre 40 anni contraddistinguono il lavoro del Gruppo Aboca, ovvero ecologia, salute, scienza, storia, ambiente diventando, in poco tempo, un punto di riferimento in Italia per lo studio del rapporto tra uomo e natura.
«La natura ci ha donato il grasso corporeo, ma il nostro comportamento errato ha trasformato il dono in malattia. Sta a noi vivere il nostro grasso corpo- reo come sorgente di salute e di longevità; il futuro è dentro di noi» sostiene lo specialista.

«Con la giusta scelta degli alimenti noi possiamo governare il nostro metabolismo: l’obiettivo di questo libro non è quello di fornire una della tante diete, ma di insegnare a conoscere il proprio corpo. Per perdere peso e soprattutto per mantenersi in salute. Come? Tenendo bassa la glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue, poi la lipemia, la concentrazione dei grassi e soprattutto tenendo bassa l’insulina, l’ormone dell’accumulo. Se dopo mangiato i valori rimangono a un livello basso, il metabolismo può essere guidato dagli alimenti».

Dunque cosa consiglia a chi vuole rinnovare il proprio corpo?

«Di imparare a conoscersi tenendo d’occhio la fase postprandiale: dopo i pasti è facile accumulare grasso soprattutto a livello addominale se questi valori sono alti. Le calorie non contano: due persone possono mangiare cibi diversi con il medesimo apporto calorico, ma un diverso indice glicemico ed è proprio quello che va tenuto in considerazione. Un pasto “sano” è quello che prevede il modello di sequenza degli alimenti».

Può fare degli esempi pratici?

«Bisognerebbe iniziare il pasto con un piatto di verdura cruda di stagione, mista, tagliata finemente. Le verdure nello stomaco rimangono per meno tempo e contengono minerali, vitamine e modulatori che attivano il metabolismo e soprattutto contengono fibra alimentare, che assorbe l’acqua. Consiglio di condirla con olio extravergine di oliva e aceto, che sostituisce il sale. Successivamente si deve scegliere un alimento proteico: pesce, carne bianca, carne rossa, uova. Va bene accompagnarlo con un po’ di pane, oppure con dei cereali. Cinquanta grammi di pane integrale forniscono venticinque grammi di carboidrati.

Cinquanta grammi di farro, che cotto triplica il suo peso, forniscono sempre venticinque grammi di carboidrati, che in questa quantità fanno tenere bassa l’insulina. Soprattutto la sera consiglio di terminare il pasto con un piatto di verdura cotta, che fa assorbire i caroteni, che hanno un’azione genomica: agiscono sugli adipociti migliorando il metabolismo. Il modello alimentare è semplice. La colazione deve essere proteica e deve iniziare con una bevanda calda, che stimola il riflesso gastrocolico. Attenzione però: i carboidrati, da ogni pasto, non devono essere eliminati del tutto. È importante evitare la chetosi».

Quindi lei non propone un modello alimentare interamente proteico.

«Benché negli ultimi anni le diete proteiche siano diventate sempre più diffuse, direi di moda, sono contrario alla chetogenesi, che ha una doppia faccia. All’inizio seduce, ma poi tradisce, perché comporta delle conseguenze per il corpo non salutari. Fa perdere il grasso, trasformandolo in corpi chetonici, che però l’organismo riconosce come tossici. Alla lunga, si può rivelare dannosa.

Per poter gestire il grasso, dunque, bisogna conoscerlo. Esiste anche un grasso sano e ne parlo nel libro. È quello che permette agli organi di rifornirsi di cellule staminali che servono per rinnovare l’organismo. Il grasso “infiammato” non fornisce le cellule staminali, ma le citochine, che favoriscono il processo di invecchiamento. La conoscenza del grasso fa sì che ognuno possa indirizzarlo».

La sua proposta per perdere peso allora non è una dieta, ma un vero e proprio stile di vita.

«Esattamente. Per perdere peso e mantenersi in forma bisogna informarsi. È l’ignoranza, intesa come non conoscenza, che può portare malattia. Io voglio che in tema di alimentazione si esca dal gossip e dalla mentalità commerciale: chi non conosce il funzionamento del proprio corpo sarà sempre esposto all’offerta del mercato. E l’offerta del mercato è fatta di meteore che non portano alcun cambiamento. Se le persone non sono informate avranno delusioni costanti: le diete seguono le mode.

Ma non forniscono mai un modello di alimentazione consapevole e che possa essere costante nel tempo. Chi non conosce il proprio corpo, non potrà mai scegliere gli alimenti giusti: ognuno di noi, infatti, ha un metabolismo e un profilo ormonale completamente diverso. Non è la riduzione delle calorie che fa dimagrire le persone, ma la gestione degli alimenti. Seguendo un corretto modello alimentare, infine, non solo si perde peso, ma si evitano stanchezza e mancanza di vitalità».