Pavarotti “ghiacciato”: dammi un cinque
Dalla gaffe locale al clamore globale: la statua è diventata simbolo di imbarazzo internazionale. Ma secondo il direttore Roberto Alessi…
Dalla gaffe locale al clamore globale: la statua è diventata simbolo di imbarazzo internazionale. Ma secondo il direttore Roberto Alessi «era un tipo molto spiritoso, ci avrebbe riso sopra»
La statua di Luciano Pavarotti, circondata dal plexiglass della pista di pattinaggio natalizia a Pesaro e “tombata” fino alle ginocchia, ha scatenato in pochi giorni un vortice mediatico sorprendente, trasformando un’iniziativa turistica mal calibrata in un episodio che racconta l’Italia vista da fuori. Nel momento in cui la notizia ha superato i confini nazionali, l’immagine del tenore immobilizzato nel ghiaccio è diventata uno dei casi più discussi.
Il ricordo di Roberto Alessi
Il direttore di Novella 2000 Roberto Alessi, spesso ospite a casa di Luciano Pavarotti nel periodo in cui era sposato con Adua Veroni, ricorda quando «per non essere fotografato dal punto vita in giù posava facendo le corna o addirittura non si metteva i pantaloni per essere certo che non l’avrebbero fotografato per intero dato i suoi problemi di peso». Alessi conclude sdrammatizzando la questione: «Il tenore ci avrebbe riso sopra, era un tipo molto spiritoso».
Il richiamo della BBC
Il rimbalzo della storia oltre l’Adriatico è stato comunque immediato e ha catturato l’attenzione dei media europei, che hanno evidenziato l’inconsueta scelta scenografica. Nel frattempo la BBC ha dedicato spazio all’episodio, descrivendo la statua come simbolo di una celebrazione mal riuscita e sottolineando l’incredulità dei passanti che osservavano l’icona lirica trasformata in inconsapevole figurante natalizio.
L’ironia del New York Time
Dall’altra parte dell’Atlantico il “New York Times” si è spinto oltre, giocando con ironia sul contrasto tra la potenza vocale del Maestro e il gelo che lo circondava, proponendo il divertito passaggio da “Nessun dorma” a “Ice, ice, baby”, innescando una serie di commenti che hanno fatto il giro dei social. L’articolo ha inoltre accostato la scena alla celebre immagine finale del “Pianeta delle scimmie”, suggerendo che il tenore “sepolto vivo” rappresentasse una metafora involontaria di fragilità simbolica.
Il caso continua a suscitare reazioni perché riflette un cortocircuito che intreccia immagine pubblica, turismo e identità artistica, mostrando come ogni scelta urbana possa essere catapultata sui palcoscenici internazionali, soprattutto quando coinvolge figure amate come Pavarotti. Ma prendendo d’esempio il senso dell’umorismo di Luciano Pavarotti, i passanti battono “il cinque” al tenore come a smorzare ogni polemica.