Fedez & Emis Killa al penitenziario di Monza per il secondo appuntamento di Free For Music

Dopo l’incontro inaugurale che aveva visto il dialogo tra i detenuti, Emis Killa e Lazza, ora è toccato a Fedez. La Casa Circondariale Sanquirico di Monza apre nuovamente le sue porte a Free For Music, l’iniziativa ideata e finanziata da Orangle Records con la supervisione socio-educativa di Paolo Piffer, che utilizza la musica come strumento di confronto, rielaborazione e autoconsapevolezza.

Quando i temi sociali si intrecciano con la potenza della note i grandi nomi della musica non mancano all’appello. È così che Fedez, dopo Emis Killa e Lazza, ha deciso di varcare la soglia del carcere di Monza a supporto di un progetto musicale davvero interessante. Non si tratta di una “normale” visita di sostegno morale toccata e fuga sotto i lampi dei flash, ma di una forte ma discreta collaborazione a un progetto concreto. La musica come strumento di recupero: l’arte entra nel carcere e si diffonde per portare un soffio di speranza e una pennellata di colore.

Gli incontri

Venerdì 12 dicembre, il secondo appuntamento ha visto la partecipazione di Fedez e il ritorno di Emis Killa, che ha scelto di essere nuovamente presente per il forte legame con il progetto. La giornata si è articolata in due momenti distinti: un primo incontro con circa 80 detenuti, durato oltre un’ora e mezza, e un secondo momento più ristretto con una ventina di partecipanti che hanno aderito al percorso Free For Music, durante il quale sono stati ascoltati brani inediti realizzati all’interno del laboratorio.

Nel dialogo con i detenuti, Fedez ed Emis Killa si sono resi disponibili a raccontare il proprio percorso umano e professionale, rispondendo alle domande e affrontando temi che, nelle carceri, tornano con particolare urgenza: il peso delle decisioni che cambiano una vita, il rapporto con il tempo e con la libertà quando vengono sottratte, il legame con le famiglie e il ruolo della comunità nel momento del reinserimento.

Il tema della libertà

Il tema della libertà è stato centrale. Emis Killa ha sottolineato come “spesso si inizi ad essere davvero liberi quando si smette di inseguire la libertà come concetto astratto”. Fedez ha riflettuto su “quanto la vera possibilità di libertà risieda nell’espressione di sé e nella consapevolezza che la gabbia più difficile da superare sia spesso quella interiore”. Un passaggio che ha avuto un impatto importante sui partecipanti, invitati a interrogarsi su cosa significhi ricostruire la propria libertà, anche in un contesto di restrizione fisica.

Le responsabilità della musica

Ampio spazio è stato dedicato anche al rapporto tra musica e responsabilità. Alla domanda se il rap possa influenzare i più giovani, i due artisti hanno riconosciuto come “oggi, più che in passato, la musica abbia una responsabilità condivisa insieme a famiglie, scuola e istituzioni, soprattutto in un contesto digitale che rende gli adolescenti più esposti e influenzabili”. Entrambi hanno poi ribadito come “la musica debba rimanere un luogo di rivalsa e di espressione, non una competizione che rischia di tradursi in comportamenti violenti, sottolineando la necessità di riportare il racconto musicale su un piano di consapevolezza”.

Nel corso del secondo momento, i partecipanti del laboratorio hanno potuto far ascoltare i propri brani inediti a Fedez ed Emis Killa, ricevendo riscontri, consigli e dimostrando un livello di talento e di lavoro significativo. I ragazzi hanno inoltre ascoltato insieme agli artisti alcune tracce di “Musica Triste”, il nuovo album di Emis Killa. Un momento molto intenso è stato quando il cantante ha fatto ascoltare ai detenuti la canzone del suo ultimo album “Phrate”, dove racconta dei suoi amici finiti in carcere.

Il sostegno concreto di Fedez e Emis

Entrambi gli artisti hanno manifestato disponibilità concreta a sostenere il progetto anche sul piano operativo, dichiarandosi pronti a supportare l’istituto penitenziario fornendo strumenti musicali e risorse utili affinché la musica possa diventare un mezzo effettivo di rieducazione, espressione e acquisizione di competenze, spendibili anche al termine della detenzione. Un impegno che si lega al tema del reinserimento, su cui Emis Killa ha posto l’accento ricordando come, spesso, “chi esce dal carcere si trovi escluso dalla società, nonostante il continuo richiamo pubblico ai valori dell’inclusione”.

Free For Music non nasce per offrire risposte preconfezionate, ma per creare uno spazio in cui i percorsi possano essere messi a confronto. Gli artisti coinvolti finora, così come quelli che prenderanno parte ai prossimi appuntamenti, condividono esperienze che permettono ai detenuti di riconoscere possibilità diverse da quelle che li hanno condotti fin qui. È un lavoro che agisce sul presente e su ciò che può ancora prendere forma, con una consapevolezza più matura di sé, delle proprie attitudini e delle direzioni percorribili una volta concluso il periodo detentivo.

“L’acqua è più profonda di come sembra da sopra”

A chiusura della giornata, Orangle Records e Music & Media Press hanno donato alla biblioteca interna alcune copie autografate di “L’acqua è più profonda di come sembra da sopra”, ultimo libro pubblicato da Fedez, insieme ai CD di Emis Killa. I materiali, acquistati appositamente per l’occasione, resteranno a disposizione dei detenuti come strumenti di approfondimento e lavoro personale sui temi emersi durante il confronto.

Come sottolineato da Paolo Piffer, responsabile esterno della supervisione socio-educativa, Free For Music rappresenta un percorso che utilizza la musica come strumento di rielaborazione dei vissuti e di sviluppo di competenze – professionali e personali -, capace di aiutare i partecipanti a dare forma e ordine alle proprie esperienze. Un lavoro che, oltre alla dimensione terapeutica e formativa, può anche aprire, per alcuni, a prospettive lavorative concrete.

La realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla collaborazione delle istituzioni e al lavoro dei funzionari giuridico-pedagogici, della coordinatrice dott.ssa Mariana Saccone, della dott.ssa Elena Balia e della dott.ssa Laura Fumagalli, insieme alla Direzione, agli educatori e alla Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale Sanquirico di Monza, che hanno seguito ogni fase organizzativa.

Free For Music è pensato come un percorso continuativo, destinato a proseguire all’interno del carcere di Monza e ad aprirsi progressivamente anche ad altri istituti penitenziari che hanno manifestato interesse, con interlocuzioni e pratiche già avviate.

Dario Lessa

FOTO DI: Aurora Ingargiola