Achille Costacurta ha raccontato il suo passato segnato da droga, Tso e carcere minorile, rivelando di aver tentato il suicidio quando aveva solo 17 anni. Oggi vive in Sicilia, dove ha trovato accoglienza e una nuova serenità. Ha ricucito il rapporto con i genitori e sogna di aiutare gli altri.

Il passato difficile di Achille Costacurta

Achille Costacurta, figlio di Martina Colombari e Alessandro “Billy” Costacurta, ha raccontato a Repubblica il suo passato segnato dal dolore e una rinascita avvenuta lontano dai riflettori. Un percorso tormentato, iniziato da giovanissimo: «Ho provato a togliermi la vita con sette boccette di metadone. L’equivalente di 40 grammi di eroina. Nessuno sa spiegarsi come io sia ancora vivo».

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A soli 15 anni finì nel centro penale minorile di Parma: «Mi avevano trovato due coltelli nell’armadietto a scuola». Di quell’esperienza, Achille Costacurta ricorda soprattutto la durezza: «Se non ti presentavi a colazione, ti toglievano una sigaretta. Un agente mi spezzò una sigaretta davanti al viso, gli sputai e mi presero a schiaffi. Ero solo un ragazzino».

Ma oggi, quel passato complicato sembra averlo lasciato alle spalle. Trasferitosi in Sicilia, Achille Costacurta ha parlato della sua nuova vita: «La gente non giudica, ti tende la mano. A Palermo mi sono sentito accolto. Mi ha aiutato». Il momento che ha segnato il cambiamento è impresso nella memoria: «Febbraio. Mondello, bar Galatea. Chiedo dove sia il supermercato. “Se vuoi ti diamo le chiavi del furgone per andare a fare la spesa”. A Milano, nemmeno gli amici di una vita».

Ora ha ricostruito anche il rapporto con i genitori: «Prima litigavamo ogni giorno, ora siamo uniti». Ha smesso con le droghe, ha trovato equilibrio e coltiva sogni: «Vorrei aprire un centro per ragazzi con sindrome di Down. Aiutare gli altri mi fa sentire le farfalle nello stomaco».

Achille Costacurta dopo aver affrontato un periodo decisamente delicato e complesso, ora ha ritrovato la luce e guarda avanti, con occhi diversi.