Cinema2000 Demetra Hampton Novella 2000 n. 51

NEWS

Cinema2000: Demetra Hampton, un corto sul femminicidio

Redazione | 14 Dicembre 2019

Demetra Hampton in un corto incentrato sul tema del femminicidio e diretto da Stefania Rossella Grassi e Tommaso Scutari. Un […]

Demetra Hampton in un corto incentrato sul tema del femminicidio e diretto da Stefania Rossella Grassi e Tommaso Scutari.

Un cast speciale per un cortometraggio che toglie il respiro, emozionando fin nelle viscere. Preludio è un messaggio forte, vivo, vibrante che esorta a non vivere nel silenzio, che invita a proteggere la propria vita senza farsi trascinare nell’oblio del non dire per paura, per insicurezza, per fragilità.

19 minuti d’intensa narrazione, cuciti come se fossero note perfette in una sinfonia d’amore assoluta, ma imperfetta, dove l’imperfetto sta nella morte della vittima per mano del proprio carnefice.

Non c’è lieto fine, ma solo morte, desolazione, smarrimento, perdita. Tommaso Scutari e Stefania Rossella Grassi hanno riunito un cast d’eccezione: Demetra Hampton, Anna Kanakis, Giuliana De Sio, Barbara Bouchet, Daniela Giordano Castorina, Martina Marotta. E con loro Alessandro Haber, Alessio Boni, Isabella Rossellini, Franco Nero. Gli abiti sono di Cinzia Diddi.

Attori e attrici hanno abbracciato questo progetto lavorando gratis. Le immagini scorrono, mentre le parole si amalgamano con il volto di chi parla pur nell’assenza delle parole, penetrando l’anima, come se volessero impossessarsi dello spettatore.

Parole scandite con tono profondo, intenso, intriso di drammatico dolore, imbevute di amore malato, intrecciate in un gioco di luci e ombre che riecheggiano come il mare d’inverno durante una burrasca.

Parole fredde, ritmi densi, messaggi significativi che conducono al confine della terra ghiacciata del nulla, dove le anime si smarriscono senza riuscire a trovare una via d’uscita dalle tenebre. Il film si offre come mezzo per aiutare le vittime del femminicidio a non cadere nella morsa dell’orco.

La comunicazione come via per salvarsi dal femminicidio

Parlare è l’unica via per salvare se stesse ma anche l’altro, per tendere una mano alla propria vita e paradossalmente salvare anche la vita del proprio persecutore. Vittima e persecutore hanno l’uno la vita intrecciata con il dramma dell’altra. Entrambi esistono perché uniti all’altro, all’interno di un copione nefasto.

In Preludio le emozioni forti, le sensazioni tempestose, gli altipiani infiniti conducono a osservare da vicino le declinazioni imprevedibili della mente, dove la persona s’inabissa nella follia omicida. Sono ancora loro, le donne, vittime innocenti della follia dell’amore. Un amore malato, un amore insaziabile, un amore ai confini del nulla. Loro, vittime di “quella disperazione che precede l’estasi dell’amore”, come narra Haber nel cortometraggio.

In fondo “è solo colpa tua…. tu sei mia, lo vuoi capire che sei mia, urla, urla, non ti sente nessuno, non può sentirti nessuno”, perché la colpa per il persecutore è sempre della vittima, tanto da urlare lui stesso la disperazione di aver compiuto un atto omicida: “visto cosa mi hai fatto fare, io non volevo non puoi lasciarmi perché io ti amo, ti amo da morire…”.

Preludio riesce a far comprendere il crescendo violento che dal vissuto perturbante dell’amore conduce verso uno stato d’animo che si conclude inevitabilmente con un omicidio. L’omicidio paradossalmente diventa l’unica possibilità per avere la donna, per possederla, per non lasciarla andare via tra le braccia di un altro uomo. È lei, solo lei, l’unica vera ragione di vita. Non c’è nulla senza quell’amore.

Preludio non vuole solo dire basta al femminicidio: invita le donne a restare lucide, poiché dietro un amore può nascondersi un orco, dietro un messaggio intenso può esserci una trappola mortale, dietro alle rose può esserci un mondo di spine. Perché l’amore malato non resta totalmente privo di messaggi che possano mettere in guardia, un amore malato ha le sue perturbazioni evidenti che nascono pian piano e che dovrebbero invitare a pensare, oppure semplicemente a chiedere aiuto per comprendere che cosa sta accadendo…

Demetra Hampton nel cast di Preludio: l’esperienza dell’attrice

Demetra Hampton è una delle interpreti e fortemente ha creduto in questo progetto. Il suo volto tagliato dalla lacrima rossa penetra dentro allo spettatore, buca l’anima con la sua presenza pregnante. Il suo sguardo, il suo volto senza trucco raccontano la sua storia. La narrazione silenziosa echeggia come se fosse un grido disperato, aggrappato a una flebile speranza.

Demetra mostra la forza della sua capacità interpretativa solo narrandosi attraverso lo sguardo, il volto, la presenza densa di significato.

Abbiamo parlato di questa avventura e la nostra conversazione è stata un crescendo emotivo, ricco di riflessioni, imbevuto di stimoli, denso di motivazioni. Cosa ha significato prendere parte a Preludio? Come è nata la sua collaborazione al progetto?

“Questo progetto è arrivato due giorni prima del mio matrimonio con Paolo Filippucci, dopo undici anni di convivenza finalmente si realizzava il mio sogno. Mi chiama Stefania Rossella Grassi, la regista del film, e mi chiede se voglio partecipare. Credo subito nella sceneggiatura, chiamo Daniela Lombardi, il mio ufficio stampa, le dico che dobbiamo costruire un cast strepitoso, volevo fare un lavoro importante. Ero convinta che sarebbe stato qualcosa di unico e così è stato.

Le donne si vedono in maniera dolce, hanno una sofferenza non crudele, non massacrata, che si legge dal volto. Non bisogna esibire il sangue, le coltellate per mostrare la crudeltà della violenza, la si comprende anche con il racconto di un volto. Lo si vede dentro agli occhi”.

Cosa genera il femminicidio?

“Il femminicidio nasce come ogni omicidio, non si valuta la gravità, spesso si sottovaluta il rischio che una donna corre con uomini violenti. Le donne devono subito denunciare, anche solo uno schiaffo può essere l’inizio di una violenza reiterata. Gli uomini che agiscono con violenza hanno problemi con se stessi”.

Si fida degli uomini?

“Mi sono sposata dopo undici anni, mi fido ciecamente di mio marito. Fidarsi è una parola con un significato importante. Io mi fido di quelle persone che con il tempo mi hanno fatto avere fiducia in loro”.

Quale messaggio vuol mandare alle donne?

“Andate subito a denunciare. Non aspettate, aspettare può essere pericoloso, non potete avere tempo di farlo. Subito, subito, subito. Quello che è anche solo un insulto verbale può diventare altro”.

E agli uomini?

“Giù le mani. Le donne devono essere trattate come un fiore. Le donne sono fiori. Le donne danno la vita e devono essere trattate con una carezza come se fossero un fiore”.