La fortuna a tavola: la guida definitiva al menù della cena di Capodanno, ok alle lenticchie, no ai gamberi
Perché le lenticchie non bastano mai mentre i crostacei rischiano di rovinare i dodici mesi in arrivo secondo le antiche…
Perché le lenticchie non bastano mai mentre i crostacei rischiano di rovinare i dodici mesi in arrivo secondo le antiche tradizioni
Mentre le luci delle feste illuminano ancora le nostre città, cresce la frenesia per l’ultima cena dell’anno che “promette” di cambiare radicalmente il nostro destino futuro. Gli esperti sanno come la scelta della carne non sia affatto casuale ma segua regole simboliche molto precise radicate profondamente nella nostra storia rurale. Il cotechino e lo zampone rappresentano infatti il pilastro del banchetto festivo perché il maiale è l’animale che avanza sempre senza mai guardarsi troppo indietro. Questa spinta naturale verso il futuro simboleggia il progresso costante e la prosperità economica che tutti noi desideriamo ardentemente per i prossimi dodici mesi in arrivo. Alcune credenze dicono che servire carne di pollo sia invece rischioso perché le ali potrebbero far volare via la fortuna acquisita.
Le lenticchie valgono oro
Alzi la mano chi oserebbe mai rifiutare un piattino di lenticchie fumanti subito dopo il brindisi di mezzanotte nonostante la pancia sia già decisamente troppo piena. La tradizione popolare tramandata dai nostri nonni associa da sempre questi piccoli legumi a sacchetti pieni di monete d’oro che dovrebbero riempire i nostri portafogli vuoti. Più ne mangi e più soldi avrai nel nuovo anno recita il mantra che spinge molti invitati a forzare il proprio appetito oltre ogni limite. Anche se nessuno ha mai verificato scientificamente questo legame finanziario diretto, la scaramanzia vince sempre sulla logica durante la notte più magica e attesa dell’anno. Molti chef consigliano di aggiungere una foglia di alloro per potenziare l’effetto benefico di questo piatto che rimane il protagonista assoluto di ogni cenone italiano.
I gamberi e gli astici sono infatti rigorosamente banditi dai menù dei più superstiziosi
Passando alla frutta, l’uva riveste un ruolo fondamentale con i suoi dodici chicchi che cadenzano i rintocchi dell’orologio verso il nuovo e radioso inizio del calendario. Ogni singolo chicco rappresenta un mese dell’anno e mangiarli tutti con ritmo serrato garantisce una dolcezza costante per tutta la durata del ciclo solare imminente. Tuttavia dobbiamo prestare molta attenzione ai grandi esclusi della cena festiva perché alcuni alimenti comuni potrebbero letteralmente farci fare dei pericolosi passi indietro nel tempo. I gamberi e gli astici sono infatti rigorosamente banditi dai menù dei più superstiziosi a causa della loro abitudine naturale di camminare all’indietro o lateralmente. Inserire questi crostacei nel cenone significherebbe invitare la sfortuna o il ristagno sociale proprio nel momento in cui cerchiamo invece un’importante svolta esistenziale positiva.
Pare che persino le celebrità più scettiche seguano questi piccoli riti scaramantici ordinando catering privati che rispettano fedelmente i dettami della tradizione culinaria più antica e consolidata. Che si tratti di pura suggestione psicologica o di una saggezza millenaria, onorare la tavola con gli ingredienti giusti crea un’atmosfera di condivisione e speranza. Prepariamoci dunque a gustare ogni boccone con consapevolezza ricordando che un pizzico di magia gastronomica non ha mai fatto male a nessuno dei fortunati commensali. In fondo, iniziare l’anno con il sapore della tradizione è già di per sé un successo che vale la pena celebrare con un bel brindisi collettivo.