Sorrida Prego Novella 2000 n. 39 2020

NEWS

Sorrida Prego di Emanuele Puzzilli: la gioia di sorridere

Redazione | 17 Settembre 2020

Ultimo appuntamento con la rubrica Sorrida Prego di Emanuele Puzzilli: una summa sulla corretta informazione della salute dentale. Lungo questi […]

Ultimo appuntamento con la rubrica Sorrida Prego di Emanuele Puzzilli: una summa sulla corretta informazione della salute dentale.

Lungo questi mesi estivi, nei tanti appuntamenti di questa rubrica dedicata al sorriso, abbiamo affrontato molti argomenti. Considero fondamentale, per un odontoiatra, fare corretta informazione sui temi della salute dentale.

Quando le persone sono correttamente informate, sono più consapevoli e capaci di prendere decisioni giuste. È un impegno che mi piace, perché mi permette di esprimere il grande rispetto che nutro per la professione che esercito e per i pazienti che scelgono di affidarmi il loro sorriso.

Per lo stesso motivo, ci tengo a dare sempre il meglio e a trasmettere a chi entra nel mio studio la sensazione di essere in buone mani. Anche perché, purtroppo, l’attività di odontoiatria, negli anni, è stata sporcata da moltissimi dentisti improvvisati, a volte senza titoli, spesso senza capacità. E il modo migliore per rassicurare un paziente e dargli il meglio è aggiornarsi e continuare a studiare.

Personalmente, dalla laurea in poi non ho mai smesso. Mi sono formato spesso lontano da Roma: Firenze, Milano e anche Los Angeles. E cerco sempre di introdurre nel mio studio le novità più utili e interessanti, ovviamente dopo averne testato la funzionalità e l’importanza.

Tutta la mia filosofia di lavoro, quello che mi piace chiamare “metodo Puzzilli”, si fonda su tre pilastri: personalizzazione, approccio olistico, tecnologia.

Personalizzazione del trattamento

L’ho detto decine di volte: ogni sorriso è unico e deve rimanere tale. Chi propone soluzioni standard a persone che hanno bocche diverse sta facendo malissimo il suo lavoro. Un approccio che può andare bene in un caso, può essere totalmente sbagliato in un altro. E anche se è il paziente a chiederlo, bisogna saper dire di no, ovviamente motivando il rifiuto.

Io inizio sempre dall’analisi estetica e da un approfondito colloquio in cui cerco di capire cosa ciascuno vuole da me. D’altra parte, toccare il sorriso significa toccare il viso, la prima cosa che gli altri vedono di noi. È una parte del corpo delicatissima, collegata a doppio filo con l’autostima. Non si possono e non si devono fare danni.

Approccio olistico

L’approccio olistico, invece, mi porta a considerare la bocca come parte integrante del corpo umano e della sua complessità.

Non possiamo considerare i denti e tutto ciò che c’è intorno come se fossero scissi dal resto del nostro fisico. Al contrario, esistono collegamenti che neanche immaginiamo: con la colonna vertebrale, con il cranio, anche con i piedi. I denti influenzano il resto del corpo e viceversa. Ancora di più, quindi, le soluzioni proposte non possono essere preconfezionate.

Tecnologia e innovazione

Il terzo elemento che considero fondamentale è l’uso della tecnologia e, in generale, di tutte le innovazioni che permettono di fare un lavoro migliore o di rendere più agevole ai pazienti gli interventi.

Lo scanner 3D, ad esempio, presente in tutti i miei studi, mi permette di eliminare il metodo tradizionale per prendere l’impronta dentale, che è sempre molto fastidioso.

Al contempo, fornisce un’immagine 3D della bocca che consente di progettare al meglio e anche di simulare il risultato finale.